Solmisazione relativa o do mobile

Cos’è la solmisazione relativa o do mobile?

La solmisazione relativa (o do mobile) è un metodo di lettura, nato già intorno all’anno 1000 con Guido D’Arezzo e utilizzato da Kodály come mezzo didattico.

Il do mobile utilizza le sillabe convenzionali (do, re, mi ecc) per indicare i suoni in base alla loro posizione nella scala e non in base alla loro altezza assoluta. Il riconoscimento di una melodia è legato quindi alla relazione che si crea tra i singoli suoni e alla loro funzione all’interno del discorso musicale.

La lettura con il do mobile è molto più semplice di quella assoluta. In pratica, non si studiano note ed intervalli in tutte le diverse tonalità, complicate da diesis e bemolli che potrebbero confondere il bambino, ma si chiama do il primo grado di ogni scala maggiore e la il primo di ogni scala minore.

Negli anni Settanta, il docente e direttore di coro Roberto Goitre, comprendendo la validità del sistema, cercò di reintrodurre l’utilizzo del do mobile in Italia nella pratica corale.

Ora, per la prima volta, il metodo Colourstrings applica la solmisazione relativa, all’insegnamento strumentale.

Perché usare il do mobile?

Il bambino che impara a suonare il violino con il do mobile beneficerà di molti vantaggi. Imparando a riconoscere e a riprodurre gli intervalli nel sistema relativo, prima con il canto e poi sullo strumento, l’allievo trova molto più facile e naturale suonare sul violino con un’intonazione precisa. Egli, infatti, “sente” la nota dentro di sé prima di suonarla, le sue dita sono “guidate” dal suo orecchio interiore.

Il sistema del do mobile, inoltre, grazie all’uso della trasposizione, permette al bambino di riprodurre ogni melodia o intervallo che conosce in qualunque punto della tastiera, senza limiti di movimento. Può dunque esplorare lo strumento prendendo dimestichezza con le posizioni più alte, benché in modo ancora non consapevole.

Con i metodi tradizionali invece, l’allievo rimane fermo per mesi o anni a suonare in prima posizione e ciò causa in seguito non poche rigidità e timori, specialmente nelle posizioni alte.